In questo 2020 particolare, dove la nozione di normalità risulta alterata, noi Jacks, come ormai è noto, abbiamo deciso di non partecipare al campionato. Scelta dura e per certi versi pesante perchè insomma, per chi fa sport di squadra, il confronto agonistico contro altre società è il sale, risulta il piacere supremo, quella cosa che dà senso alle fatiche degli allenamenti e alle rinunce per poter scendere in campo. Abbiamo mantenuto gli allenamenti, certi di poterli gestire con maggior sicurezza, per non perdere il gruppo, diciamo. Poi, come prevedibile, è successo che molti di noi, sentendo il richiamo dell'agonismo, abbiano chiesto di poter giocare in prestito in altre società, per fare qualche gara, per non sprecare l'anno, etc etc. Si "sono persi" un po' di pezzi insomma; in più c'è chi svolge un lavoro con orari complessi che ha deciso di regalarsi una pausa o chi ha scelto di approfittare di quest'anno per rendere qualche week-end primaverile ed estivo agli affetti e agli amici, sistematicamente depauperati della nostra compagnia nelle domeniche da marzo a settembre, in virtù del fisiologico sacrificio per il Dio Baseball.
A metà luglio, però, complice una situazione che sembrava meno complessa di aprile e maggio e con il desiderio di riunire la marmaglia rossoblù sparsa in giro, decidiamo di trovarci per giocare, almeno amichevolmente. "Facciamoci un torneo tranquillo, qualche società amica la abbiamo, almeno un paio di partitelle ce le giochiamo anche noi in 'sto benedetto 2020", questo è il pensiero.
Come dicevamo, in questo periodo molti latitano, anche Simone. Lo sentiamo verso fine giugno per gli allenamenti, risponde che è preso dal solito nemico degli ultimi anni, che sta provando una nuova terapia. "Sono un po' rincoglionito, non riuscirei ad allenarmi, se non prendendo palle in faccia probabilmente", risponde sorridendo. "Non preoccuparti, tranquillo, passa al campo quando puoi magari, così ci salutiamo". Rimaniamo così, in attesa di vedere Simone al campo, per un saluto, una birretta, un po' di cazzeggio tra compagni di squadra, le solite cose.
Poi il 7 agosto. Nel gruppo Whatsapp della squadra scrive Paolino alle undici di sera, tra i primi di noi a sapere. "Ragazzi, oggi alle 18 è mancato Simone, Jaro mi ha appena avvisato". Leggi e non capisci subito. Tendi la testa verso il telefono e speri di aver letto male, ma hai letto giusto. Simone non c'è più. Sembra tutto incomprensibile. Ci scriviamo, ci chiamiamo, cerchiamo in maniera confusa di analizzare ed avere notizie. Chiamate brevi, per lo più piene di incredulità, belle parole e bei pensieri per Simone e imprecazioni per un destino tanto severo. La realtà è che proviamo a starci vicini come possiamo, siamo in lutto anche noi. E' anche un periodo balordo questo, gente in vacanza, gente lontana, Jacks spezzati nella presenza e nell'animo. Il colpo è da KO. Tentiamo anche noi di reagire.
Come detto precedentemente, noi Jacks già pensavamo di riunirci per fare un piccolo torneo, un paio di partitelle, per tenere il gruppo unito, per rivedersi. Ora c'è un motivo in più. C'è il desiderio di onorare Simone, di ricordarlo tra noi, a modo nostro, sul diamante.
E così sabato 22 agosto ci siamo riusciti. Grazie a tanti amici, i Grizzlies, i Rebels e i Desperados, abbiamo passato un pomeriggio sul campo di baseball del Passo Buole; gli Orsi hanno rimpolpato le nostre fila, e abbiamo potuto giocare due partite tutti con lo stesso numero sulla maglia, il 21, quello di Simone. Tutti gli sportivi hanno il loro numero, in cui vengono infusi significati o a cui vengono legate superstizioni, riti e coincidenze. Il baseball ne è pieno. Per i Jacks il 21 è Simone e doveva scendere ancora una volta in campo.
Simone lo abbiamo conosciuto come persona amante del nostro sport, che veniva ad allenarsi e a giocare appena vita e lavoro lo permettevano. Si difendeva in campo, il ragazzo, buon difensore all'esterno, e provava a fare il suo con la mazza. A noi però non colpiva solo per le sue capacità in campo. Simone era speciale. Debe dice sempre che era una presenza luminosa. E' così, Simone piaceva a tutti, tutti parlavano volentieri con lui e viceversa. Era uno di quelli che tenevano viva la squadra. quello con cui potevi scherzare e che non si tirava indietro a fare i meme contro i suoi compagni di squadra e a farli girare nel gruppo se riusciva a fotografarci mentre facevamo una figura barbina in campo; era quello con cui potevi dire cavolate in panchina durante le partite, con il caldo di luglio e la lentezza che certi incontri di baseball di serie C a volte sanno avere. Faceva gruppo, era positivo. Era uno di quelli per cui senti che vale la pena sbattersi per fare la squadra ogni anno, per vederlo e averlo nel gruppo. Aveva sempre il sorriso, anche quando raccontava le traversie a cui la malattia lo sottoponeva. Quel sorriso che spesso nascondeva bene la sofferenza. Forse lo sport e il baseball l'hanno aiutato in questo. Chi ama lo sport sa che spesso dovrà convivere con sofferenze, piccole o grandi. La fatica degli allenamenti, i muscoli indolenziti, gli acciacchi momentanei o quelli che ti porti dietro sempre, finchè giochi. Ma li sopporti con un sorriso perchè sai che anche se patisci un dolore stai facendo qualcosa che ti piace, che ti fa star bene. Questo era Simone, un enorme sorriso nonostante le sofferenze e i problemi, perchè amava la vita e quello che faceva, e amava anche il baseball. E sorrideva, sempre. E a noi mancherà vederlo scendere in campo.
Sabato tutti avevano il suo numero, sabato Simone era in campo con noi. I Jacks non useranno più il 21, quello è suo. Sabato però è stato bello vedere tutti quei 21, così è nata l'idea di usare la maglia celebrativa di Simone per il riscaldamento prima delle partite ufficiali e per gli allenamenti. E' venuto spontaneo pensare che così Lui continuerà a stare con noi, sul diamante, o seduto in panca a guardarci e a sottolineare i nostri eventuali errori, e a farci il tifo. Non ce ne vorrà papà Bruno Sellari se questa volta non abbiamo pensato a lui, lo onoreremo ancora, più avanti. Avevamo voglia di giocare e salutare Simone.
Ringraziamo ancora i Grizzlies per la disponibilità offerta: atleti, dirigenti, staff tecnico e addetti del bar sono stati gentili e preziosi, e con la loro organizzazione hanno reso possibile un bel sabato di baseball. Ringraziamo gli Avigliana Rebels e i Desperados Torino per aver partecipato al nostro torneo: grazie per averci permesso di fare del baseball e di giocare ricordando Simone, i risultati dei match a malapena li ricordiamo ma non dimentichiamo il vostro supporto.
Ringraziamo ancora mamma Antonella e papà Ciro per averci donato la possibilità di conoscere Simone e di stare con lui un po' di tempo. Un grosso abbraccio a Sonia, Luca, Alice e Alessia. Simone manca tanto a tutti.
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